1948

La prima edizione del Premio, promossa dal comune di Suzzara, ebbe luogo tra l'agosto e il settembre del 1948. Si trattava di una mostra, inaugurata il 22 agosto, organizzata per invito di alcuni artisti e per accettazione di altri, che dovevano sottoporre le loro opere al giudizio di una giuria. Fu il primo risultato di un'iniziativa che era stata “inventata” – come scrisse Cesare Zavattini – da Dino Villani, con l'appassionato sostegno del sindaco Tebe Mignani, trovando una prima definizione nel regolamento del febbraio 1948. Proprio in tale regolamento troviamo una prima indicazione che dà un carattere molto particolare al Premio, distinguendolo programmaticamente dalla nozione corrente di premio artistico, per lo più basata sulla specifica competenza dei giudici o commissari chiamati a decidere sia della qualità delle opere degli artisti invitati, sia dell'ammissibilità, o meno, di altri artisti alla competizione. Secondo quel regolamento, infatti, la giuria non doveva essere composta soltanto da esperti, cioè galleristi, storici e critici d'arte, giornalisti specializzati, ma anche da un operaio, un impiegato e un contadino: che nella prima edizione del Premio furono, rispettivamente, Luigi Lepidi, Brenno Pavesi e Guido Trentini, mentre gli esperti erano, oltre a Villani, i galleristi Stefano Cairola, Ettore Gian Ferrari ed Enrico Somaré e gli scrittori Raffele Carrieri, Orio Vergani, Guido Mazzali, Arturo Tofanelli

Tra i tanti elementi che caratterizzarono la manifestazione, d’arte: i più significativi furono la scelta e la valenza del premio/dono per gli artisti come scambio simbolico.
I premi, scrive Villani nel suo volume edito nel 1980 dall’editore Bottazzi di Suzzara “Il Premio Suzzara. Cronache ed immagini. (1948-1976), erano “messi a disposizione dai contadini e dagli operai di Suzzara”,  e da tutte le forze produttive del territorio: potevano essere una forma di formaggio grana, un vitello, un puledro, una cucina economica, fusti di vino, un maialetto, sacchi di farina, burro, salami, polli, uova “e altri che venissero offerti”.
Lo slogan che Villani coniò fu : “Un vitello per un quadro, non abbassa il quadro: innalza il vitello”.

Villani così racconta la reazione della stampa di quel tempo, siamo nel 1948 dopo la prima edizione del Premio Suzzara:
 “Per dare un’idea di quella che fu la risonanza sulla stampa di questo Premio che era nato nel silenzio della campagna mantovana ed aveva cominciato quel primo passo sostenuto soltanto dalle braccia dei suoi iniziatori e dalla collaborazione di molti amici che si era subito conquistati, diamo un elenco dei giornali più importanti che avevano scritto (…).

Corriere d’Informazione: Orio Vergani; articolo con titolo su quattro colonne “Dalle tavolozze escono maialini - Gli agricoltori di Suzzara hanno offerto premi in natura per un concorso tra pittori”.

Tempo Illustrato: Arturo Tofanelli; pagina intera con 3 fotografie “Pagati in natura”.

Omnibus: Anita Pensotti; articolo “I buoi di Gelsomina”, su quattro colonne.

Gazzetta di Mantova, articolo su quattro colonne “Zavattini dice che è il Premio più bello, concreto, allegro, pieno di speranza”.

Milano Sera; Mario Lepore, su quattro colonne “Un vitello entra nello studio di un pittore” e poi su due colonne: “ Un pittore se ne è andato tirandosi dietro un vitello”.

Avanti!: Raffaele Uboldi, due colonne e foto: “L’arte ha trovato nuovi mecenati”.

Stampa Sera: foto con didascalia.

Gazzetta di Mantova: articolo su cinque colonne “I prodotti dei cittadini suzzaresi premiano pittori e scultori di ogni regione”.

Lombardo Notte: Ciro Poggiali su cinque colonne “Miracolo di una mostra. Da buoi dipinti, una bistecca vera”.

Agenzia Mercurio:Garibaldo Marussi, lungo servizio circolare.

L’Umanità: Pietro Califfi su tre colonne “Primo contatto a Suzzara tra proletariato e artisti”.

L’Illustrazione Italiana: Orio Vergani, pagina intera e una colonna con foto “La mostra del Premio Suzzara”.

Gazzetta di Mantova: Aldo Antonioli  su tre colonne “Note in margine al Premio Suzzara”- “Non potevano concepire né un tema né premi diversi”.

Avanti! : Domenico Cantatore, inserimento nella pagina delle note d’arte.”

lenco altri titoli che apparvero sui giornali nazionali dell’epoca in edizioni successive del Premio: “Il primo premio nitrì e voltò le spalle al vincitore”, “A caval donato…, Il pittore Bergonzoni non ha cavalcato il puledro”, “Ai pittori del Premio Suzzara c’erano anche un maiale e mille mattoni”, “Si trasformano in quadri vitelli maiali e puledrini”, “I puledri guardano i quadri”, “Prepara un letto per il puledro…”, “Un puledro ed un vitello contesi da 600 artisti”,“Al pittore Bandinelli il vitello Gelsomino”, “A Guttuso una cucina economica”, “Un pittore è tornato a casa con una grossa barca a quattro remi”, “Il puledro della CGIL”, “Un puledro scalpitò nervoso accanto alle opere del Premio Suzzara”, “ Pittori critici ed altri animali”, “ La pietà è arrivata a cavallo”, “L’arte festeggia a Suzzara: cavalli e buoi ai pittori suoi”.

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La copertina del primo catalogo